Come Mussolini inventò (anche) il populismo

Lectio - Edizione 2023

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  • 26/03/2023, ore 11:00
  • Teatro Carignano
  • Antonio Scurati, Maddalena Oliva

’allarme per un ipotetico ritorno del fascismo, suscitato dall’avanzata delle nuove destre europee a partire dall’inizio del millennio, ha guardato spesso – a mio avviso – nella direzione sbagliata. L’attenzione degli allarmati democratici si è concentrata sui segnali più sinistri e vistosi: riti e gesti identitari (saluti romani, croci celtiche, crani rasati), violenze fisiche, manifestazioni plateali di odio razziale. Si è trattato e si tratta, indubbiamente, di fenomeni inquietanti, spesso criminali, che non devono essere né ignorati né sottovalutati ma esecrati sul piano morale e perseguiti su quello penale. Negli ultimi decenni, però, in Europa e nelle Americhe, una seconda linea di discendenza dalla cultura politica fascista ha generato sulla scena politica contemporanea una filiazione più vasta, numerosa e allarmante. Mi riferisco non ai gruppi di nostalgici dichiarati del nazifascismo – fenomeno di nicchia, sebbene di una ‘nicchia densa’ e pericolosa – ma a quei movimenti e partiti politici di massa, spesso difficilmente riconducibili alle categorie novecentesche di ‘destra’ e ‘sinistra’, che vengono convenzionalmente definiti ‘populisti’ o ‘sovranisti’. Sono questi movimenti e partiti che, pur ripudiando il ricorso alla violenza politica agita sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all’interno delle regole del gioco democratico, manifestano numerosi caratteri ereditari del fascismo novecentesco. La tesi che vorremmo sostenere è, dunque, la seguente: i populisti italiani – ma anche quelli europei e americani – discendono, consapevolmente o inconsapevolmente, direttamente o indirettamente, non dal Mussolini fondatore del Partito Fascista ma dal Mussolini ‘inventore’ del populismo.

Conflitti tra mondi. Pluralismo politico e istituzioni internazionali

Dialoghi - Edizione 2021

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  • 08/10/2021, ore 18:30
  • Politecnico di Torino Aula Magna
  • Carlo Galli, Maddalena Oliva, Maria Rosaria Ferrarese

Di fronte al riproporsi dei nazionalismi e delle politiche di potenza che spesso li accompagnano, dei blocchi geopolitici contrapposti, ci si domanda quali siano oggi i luoghi e i mezzi di raccordo a livello internazionale. Quali competenze spettano ancora agli stati? E quali alle istituzioni internazionali e sovranazionali? Come si articolano al proprio interno questi diversi livelli? Qual è il peso dei gruppi privati, degli organismi non governativi e dei poteri informali nei processi decisionali? Un dialogo per orientarsi nei densi spazi della politica.

Democrazie illiberali

Lectio - Edizione 2023

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  • 25/03/2023, ore 15:00
  • Cavallerizza Reale
  • Maddalena Oliva, Marcello Flores

Democrazie illiberali è una definizione recente, risalente agli ultimi anni del secolo scorso. È usata da allora non soltanto dagli studiosi ma anche dai politici, che l’hanno orgogliosamente rivendicata come caratteristica del proprio potere. In una sorta di terra di mezzo tra le democrazie e i regimi autoritari, la spinta alla democrazia illiberale è al tempo stesso un ritorno di esperienze già avute nell’epoca tra le due guerre e una innovazione figlia della crisi delle democrazie nell’epoca della globalizzazione, del populismo, del sovranismo.

Movimenti sociali e innovazione dal basso

Discorsi della Biennale - Edizione 2021

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  • 09/10/2021, ore 11:00
  • Politecnico di Torino Aula Magna
  • Donatella Della Porta, Maddalena Oliva

Storicamente, movimenti sociali progressisti sono stati alla base di innovazioni sociali e politiche che vanno dai diritti di cittadinanza alla democrazia. La partecipazione dei cittadini, anche in forme conflittuali, ha contribuito a trasformare la società e la politica. Questa capacità di innovazione e sperimentazione appare tanto più necessaria in una situazione nella quale crisi profonde si intrecciano, mostrando le insufficienze delle strutture esistenti, mentre le soluzioni possibili restano ancora da elaborare e sperimentare.