1861: Risorgimento e antirisorgimento

Discorsi della Biennale - Edizione 2011

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  • 15/04/2011, ore
  • Teatro Carignano
  • Gustavo Zagrebelsky, Paolo Mieli

Il Risorgimento non fu un processo senza contraddizioni e conflitti interni: lo evidenziano il ruolo dei cattolici e i contrasti nel movimento unitario, ad esempio fra Mazzini e Casa Savoia. Paolo Mieli ripercorre la storia dell’unificazione nazionale  mettendo in luce alcuni momenti-chiave che hanno contribuito a formare l’autocomprensione degli italiani.

Discorsi della Biennale. I libri che hanno fatto la storia d’Italia

Discorsi della Biennale - Edizione 2011

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  • 16/04/2011, ore
  • Palazzo Madama
  • Gabriele Magrin, Paolo Mieli

Il Risorgimento attraverso un secolo di letteratura, da Foscolo a Fogazzaro. Paolo Mieli tratteggia il profilo di alcuni romanzi-chiave dell’Ottocento italiano attraverso i quali emergono alcuni fili conduttori della vicenda dell’unificazione nazionale: l’impegno degli intellettuali, il ruolo della religione, i limiti delle classi dirigenti, le utopie democratiche e le dure repliche della storia.

I conti con la storia

D'autore - Edizione 2015

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  • 27/03/2015, ore 10:30
  • Teatro Carignano
  • Cesare Martinetti, Paolo Mieli

Lo storico ha il compito di trasmettere la memoria, il dovere di ricordare. Quando, invece, è necessario dimenticare? Quando l’oblio diventa una virtù essenziale a ricomporre una comunità? Oggi, dopo la fine del Novecento – il secolo delle febbri ideologiche e delle grandi passioni politiche – fare i conti con la nostra memoria condivisa è diventato più che mai necessario.

Il futuro dell’informazione

Dibattiti - Edizione 2013

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  • 11/04/2013, ore 21:00
  • Teatro Carignano
  • Lucia Annunziata, Mario Calabresi, Paolo Mieli

I giornalisti, oggi, devono fare i conti con una presenza sempre più prepotente di internet, le cui potenzialità possono sortire esiti positivi e negativi. È vero che il loro ruolo di intermediazione si è esaurito con la nascita della Rete, filo diretto fra i cittadini e la classe dirigente? Oppure il giornalismo è ancora necessario per sostenere il dibattito con il potere politico ed economico? E ancora: cosa comporterà il passaggio dal giornalismo della carta stampata a quello online?