Discorsi della Biennale - Edizione 2015
Relatori
Nel termine corruzione si legano indissolubilmente due dimensioni: ontologica e morale. La corruzione riguarda il vulnus della nostra natura e insieme gli effetti della “freccia del tempo”. Ma noi cerchiamo di rimuoverne l’immagine, derubricandola a comportamento soggettivo, a trasgressione di qualche norma etica o, al più, a questione politico-giuridica. Come possono coniugarsi le due prospettive? E conversione può valere come contraccolpo a corruzione? Come un movimento che ne arresta e inverte il destino? Ed è la sua idea declinabile solo in chiave religiosa, o anche “laicamente”?
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