Italia, 1993-2023. Trent’anni vissuti pericolosamente

Dialoghi - Edizione 2023

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  • 23/03/2023, ore 15:30
  • Teatro Carignano
  • Concita De Gregorio, Giancarlo De Cataldo

Dall’arresto di Riina (15 gennaio 1993) a quello di Messina Denaro (16 gennaio 2023); ma anche dal Pallone d’Oro a Baggio e dallo scioglimento della DC (entrambi ’93) al secondo mondiale senza Italia e, in politica, al derby emiliano di un PD in crisi. Nel mezzo il berlusconismo e Genova, l’Euro e la crisi finanziaria, Renzi, Grillo, Salvini, Meloni, i Måneskin e la guerra, di nuovo. Un trentennio sul filo del rasoio. Con un marchio valoriale comune – dalla Casa delle libertà a LeU, sino ai NoPass – a fare da straniante filo conduttore: la libertà.

L’Italia ripudia la guerra

Lectio - Edizione 2025

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  • 27/03/2025, ore 17:00
  • Teatro Gobetti
  • Enrico Grosso, Miriam Massone

L’articolo 11 è figlio di una stagione in cui ovunque, nel mondo, l’imperativo morale era di bandire la guerra e relegarla definitivamente fuori dalla storia. Ripudiare la guerra, per i Costituenti che in larga parte ne avevano direttamente vissuto gli orrori, significava dichiararne il suo impiego fuorilegge. Una condanna morale e anche una sanzione giuridica. Ma si può dichiarare la guerra fuorilegge? E aspettarsi che basti? O quella grande promessa era solo, già allora, un’ingenua utopia? Nell’epoca della globalizzazione delle guerre e dell’assuefazione alle guerre, nel contesto geopolitico che ha sconvolto le agende politiche, la fisiologia delle istituzioni e anche le forme e i contenuti della comunicazione, quale spazio ancora residua per quella solenne condanna?

L’Italia ripudia la guerra

Lectio - Edizione 2025

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  • 27/03/2025, ore 17:00
  • Teatro Gobetti
  • Enrico Grosso, Miriam Massone

L’articolo 11 è figlio di una stagione in cui ovunque, nel mondo, l’imperativo morale era di bandire la guerra e relegarla definitivamente fuori dalla storia. Ripudiare la guerra, per i Costituenti che in larga parte ne avevano direttamente vissuto gli orrori, significava dichiararne il suo impiego fuorilegge. Una condanna morale e anche una sanzione giuridica. Ma si può dichiarare la guerra fuorilegge? E aspettarsi che basti? O quella grande promessa era solo, già allora, un’ingenua utopia? Nell’epoca della globalizzazione delle guerre e dell’assuefazione alle guerre, nel contesto geopolitico che ha sconvolto le agende politiche, la fisiologia delle istituzioni e anche le forme e i contenuti della comunicazione, quale spazio ancora residua per quella solenne condanna?