La resistenza italiana tra guerra e pace. A ottant’anni dalla liberazione

Dialoghi - Edizione 2025

Guarda il video

  • 27/03/2025, ore 15:00
  • Teatro Carignano
  • Carlo Greppi, Chiara Colombini, Silvia Truzzi

La Resistenza vive un cambio generazionale. Se fino a pochi anni fa il filo del racconto univa ancora nonni e nonne (protagonisti diretti) ai nipoti, chi va oggi a scuola non ha conosciuto i testimoni: del ventennio e dei «venti mesi» ha memoria solo indiretta. Non è necessariamente un male: spezzare la «catena» della memoria può aprire a prospettive nuove, meno condizionate. Le ragioni per preoccuparsi, però, non mancano: cresce lo sdoganamento del passato fascista, mentre il 25 aprile si riduce spesso a una celebrazione retorica. Il ricordo di chi sconfisse il fascismo va riempito di nuovo di significato: coriaceo e reale, come lo erano le vite che nella lotta sono andate perdute.

Lutto possibile / impossibile

Dibattiti - Edizione 2019

Guarda il video

  • 30/03/2019, ore 17:30
  • Circolo dei Lettori Sala Gioco
  • Fabrice Olivier Dubosc, FIlippo Furri, Giorgia Mirto, Luisa Passerini

L’elaborazione del lutto, considerato nelle sue dimensioni psicologiche e antropologiche, a partire dall’attività umanitaria per l’identificazione delle salme di migranti nel Mediterraneo. Diversi punti di vista, personali e disciplinari, si incrociano in questo dibattito sulle pratiche che restituiscono corpi e memoria, rendendo possibile il cordoglio messo in crisi dalla mancanza delle spoglie e raccogliendo l’eredità storica della cura dei morti da parte dei vivi.

Memoria, storia e conflitto politico nell’Italia repubblicana (e non solo), ieri e oggi

Lectio - Edizione 2025

Guarda il video

  • 29/03/2025, ore 15:30
  • Teatro Carignano
  • Benedetta Tobagi, Elena Bissaca

“Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passatoâ€: così George Orwell, in 1984, spiegava perché le “guerre di memoria†sono una costante nello scontro politico. Oggi, mentre le menzogne assurgono alla dignità di “fatti alternativi†e le bolle social costruiscono mondi alternativi in flusso mediatico caotico, politiche memoriali aggressive si mescolano a strategie più insidiose di “elusione della storiaâ€. Ne parliamo a partire da alcuni snodi cruciali della storia dell’Italia repubblicana, come lo stragismo, per domandarci: è davvero possibile e necessaria la “pacificazioneâ€, spesso invocata?

Memory matters. Naturale, umana, postumana: una memoria rinnovata

Dibattiti - Edizione 2021

Guarda il video

  • 09/10/2021, ore 18:00
  • Complesso Aldo Moro Aula 1
  • Andreas Weber, Federica Timeto, Leone Contini, Vittorio Martone

Le memorie collettive sono il frutto della selezione – solo apparentemente spontanea e quasi sempre oggetto di aspra contesa – compiuta da ogni collettività, all’interno dello sterminato bacino del suo repertorio storico. Per questa stessa ragione, le memorie sono sempre in movimento: si rinnovano quando cambiano gli immaginari sociali e le relazioni di potere. È importante domandarsi allora quali saranno le nuove frontiere della memoria, con il venir meno delle rigide distinzioni tra umano e animale, culturale e naturale, organico e meccanico, fisico e informazionale. Di quali nuove memorie sono portatori i nuovi immaginari?

Thyssen opera sonora

Da vedere - Edizione 2015

Guarda il video

  • 25/03/2015, ore 21:30
  • Teatro Regio
  • Ezio Mauro

Lo choc, il dolore, la paura, la rabbia. Una ferita insopportabile che, anche a distanza di anni, fatica a rimarginarsi. La ferita di chi ha assistito impotente e si trascina addosso un vuoto incolmabile, la ferita di un Paese. Un racconto giornalistico straordinario, che a poche settimane da quei fatti raccolse le testimonianze dei protagonisti e la voce della città sofferente, si fa oggi opera sonora, moltiplicando la forza delle parole grazie a quella evocativa delle note e delle sonorizzazioni. Il racconto diventa così memoria collettiva, aiuta a fissare nell’emozione e nelle coscienze una vicenda umana che ha segnato la storia nazionale.

«La memoria è raccogliere ossa». Come si racconta la violenza

Dialoghi - Edizione 2025

Guarda il video

  • 29/03/2025, ore 20:30
  • Cavallerizza Reale
  • Anna Nadotti, Maaza Mengiste

La guerra non lascia tracce solo sul campo. Coinvolge la memoria, costantemente contesa. E segna i corpi. Soprattutto femminili: quando i soldati invadono, una delle prime cose che fanno è violentare le donne. Una presa di possesso che mira a compromettere il futuro, inteso come possibile senso di pace per la comunità. Raccontare una guerra, allora, significa mescolare i tempi. Nel cercare tra documenti dimenticati, o quando esplora i ricordi delle persone (quelli che sono stati loro dettati, e quelli che realmente alludono a ciò che è loro successo), chi scrive non sta solo lavorando intorno alla Storia: guarda al futuro. Coltivando la speranza di un avvenire migliore.