L’economia circolare come leva di sviluppo

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 18:30
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Francesco Quatraro, Giuseppe Ricci, Luca Ubaldeschi

L’economia circolare è un’opportunità per riscrivere il nostro futuro, ovvero è un modello economico che ha l’obiettivo di preservare il valore delle risorse naturali nel tempo promuovendo il riuso, il riciclo e la rigenerazione, e soprattutto l’allungamento della vita dei prodotti, dei componenti e dei materiali, consentendo di minimizzare l’utilizzo di nuove materie prime e di fonti energiche nel ciclo produttivo. Per centinaia di anni si è ragionato in modo lineare, dalla culla alla tomba, cambiare l’approccio significa cambiare prospettiva e guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, riconoscendo in ogni bene o prodotto un’utilità che supera la finalità per cui è stato concepito. Vuol dire superare il modello take-make-dispose,ovvero i beni sono prodotti a partire dall’estrazione di materie prime, vengono trasformati, venduti, utilizzati (spesso non sfruttandone appieno le potenzialità) e infine eliminati come rifiuti. Tutto ciò mette a rischio la capacità rigenerativa del pianeta a causa di esternalità negative come l’inquinamento o la saturazione delle matrici ambientali o il consumo sconsiderato di alcune risorse.
Il problema del superamento della capacità rigenerativa è una questione non solo ecologica ma anche economica che chiama in causa dimensioni culturali, comportamentali e valoriali. Il cambio di paradigma produttivo si basa sulla riduzione progressiva dei rifiuti intervenendo sull’ecodesign (pensare prodotti che non producano rifiuti e scarti e che possano durare nel tempo utilizzandoli in modo diverso), sulla capacità trasformativa ovvero modularità, versatilità e capacità di intercettare gli input provenienti da filiere anche diverse da quella di appartenenza e su una visione sistemica ed olistica capace di generare osmosi di prodotti e di idee. Tale transizione si delinea come un’esigenza fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia globale, con l’obiettivo di disaccoppiare la crescita del reddito dal consumo progressivo di risorse. Ad oggi, si stima che 1,2 miliardi della parte di popolazione globale più povera sia responsabile di appena l’1% dei consumi globali e che, secondo le Nazioni Unite, si raggiungerà quota 8,5 miliardi di persone entro il 2030. Questo scenario paventa ulteriori pressioni alla capacità rigenerativa del pianeta, pertanto diventa fondamentale intervenire con una inversione di marcia.
Eni si pone in prima linea promuovendo iniziative che rispondano a pieno ai principi della circolarità. E’ la prima società Oil&Gas ad aver convertito una raffineria tradizionale in bio-raffineria a Venezia e a breve entrerà in esercizio quella di Gela. Sul piano operativo stiamo intensificando la produzione dei bio-carburanti, ricercando sempre nuove soluzioni per sostituire i carburanti derivanti da fonti fossili con quelli di origine vegetale o provenienti da scarti e rifiuti. Eni diesel+ contiene il 15% di componente rinnovabile prodotto nella bioraffineria e, oltre a migliorare l’efficienza del motore e ridurre le emissioni dei componenti che influiscono sulla qualità dell’aria, contribuisce ad abbattere le emissioni di CO2 e a favorire una mobilità più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle persone.
Grazie a un accordo firmato tra Eni e il Consorzio Conoe e successivamente con moltissimi consorziati con questo, si realizza un circuito virtuoso di economia circolare. L’olio vegetale esausto (banalmente l’olio di frittura) viene raccolto e conferito alla bioraffineria di Venezia per essere trasformato in biocarburante di alta qualità. Il progetto è stato esteso a diverse municipalizzate ed anche a tutti i dipendenti Eni che contribuisco alla raccolta degli olii prodotti nelle proprie cucine.
Eni sta contribuendo con servizi di car sharing per muoversi in città con più agilità e limitazione dei propri consumi grazie alla condivisione di beni e servizi attraverso il progetto Enjoy, con oltre 17 milioni di noleggi a Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna e Catania.
Il pensiero circolare è per Eni motore di cambiamento, capovolgendo il paradigma dei rifiuti che possono passare da “emergenza” a risorsa convertendoli in prodotti commercializzabili, come per esempio i rifiuti organici in olio combustibile per mezzi marini, i fanghi biologici e diverse tipologie di biomasse in bio-metano e le plastiche non riciclabili in idrogeno o metanolo.
Sono solo alcuni esempi per dimostrare le chance offerte da un approccio circolare che supera la visione del riciclo per trasformarsi in una economia, capace di reintegrare i flussi di materia e di rivalorizzare quelli tecnici, limitando l’uso delle risorse naturali e soprattutto di creare nuovo valore attraverso nuove opportunità occupazionali e benefici socio ambientali.

L’impresa che fa bene

Dare voce - Edizione 2017

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  • 02/04/2017, ore 18:00
  • Scuola Holden
  • Alessandro Grella, Barbara Graffino, Carlo Boccazzi, Erika Mattarella, Luciana Delle Donne, Marzia Camarda, Stefania Fumagalli, Tiziana Ciampolini

Il racconto di realtà imprenditoriali e associative che hanno come tratti comuni la risposta rapida ed efficace a un’emergenza, o a una difficoltà cronica a cui le istituzioni non riescono a rispondere, e la loro ricaduta sociale. Un nuovo modello di aggregazione: capace di ascoltare, veloce nella risposta, esperta nel coniugare valore etico e sostenibilità economica. Una kermesse operativa, attraverso esempi virtuosi che si sono irradiati sul territorio nazionale: Izmade, Made in carcere, Snodi-Fabene, Nexto, Au petit bonheur, Coldiretti-Cibo civile, Hackability.

La sesta estinzione

Discorsi della Biennale - Edizione 2017

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  • 30/03/2017, ore 12:00
  • Auditorium Vivaldi
  • Elizabeth Kolbert, Paolo Griseri

Negli ultimi cinquecento milioni di anni si sono verificate cinque grandi estinzioni di massa e sembra che gli esseri umani ne stiano provocando una sesta. Per comprenderne le ragioni, occorre osservare il presente come facciamo con il passato. Come le attività umane si rapportano con le forze geologiche che hanno dato vita alla Terra centinaia di milioni di anni fa? Il nostro pianeta sta per entrare in una fase in cui le condizioni ambientali e climatiche risultano fortemente alterate, accrescendo la possibilità che si verifichino pericolosi cambiamenti.

Lomellina, la nuova Silicon Valley

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 28/03/2019, ore 18:00
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Dario Pagani, Gian Vincenzo Fracastoro, Pierangelo Soldavini

Intelligenza artificiale, robotica, blockchain. I Big Data stanno cambiando il mondo, lo stanno già facendo per quanto riguarda la salute, la sostenibilità, il nostro lavoro, la nostra vita. Stanno cambiando i modelli di business, accelerandoli e favorendone l’evoluzione. Sono tecnologie che portano con sé una promessa: un futuro dove tutti potranno accedere a risorse in abbondanza, così da non temere più minacce di scarsità. Non possiamo parlare di sviluppo, di cambiamento del mondo, senza affrontare il tema dell’accesso all’energia. Il Super Computer e la sua Casa Efficiente nella Lomellina Valley.

Nuovi scenari energetici: fonti rinnovabili e smart grid

Dibattiti - Edizione 2017

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  • 01/04/2017, ore 11:00
  • Accademia delle Scienze
  • Antonella Battaglini, Luigi Michi, Nicola Armaroli, Piero Bianucci

Una nuova politica energetica appare evidentemente improcrastinabile. Fulcro di questa rivoluzione sono le energie rinnovabili che, a differenza delle tradizionali fonti fossili, presentano il duplice vantaggio di essere pulite, perché non producono emissioni inquinanti, e inesauribili, rigenerandosi alla stessa velocità con cui vengono consumate. È altresì centrale il ruolo delle smart grid, reti intelligenti capaci di gestire e distribuire l’energia prodotta in maniera molto più efficiente e razionale che in passato.

Quando mezzo grado fa la differenza

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 19:00
  • Auditorium Vivaldi
  • Elena Verdolini, Gabriele Beccaria

L’Accordo di Parigi, sottoscritto da 194 Paesi, è un patto globale per ridurre le emissioni di gas serra e contenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali. Ma di quanto si potrebbero ridurre i rischi e gli effetti del cambiamento climatico se l’aumento di temperatura fosse limitato a 1,5 °C? Quali le possibili strade per raggiungere questo obiettivo?