Archeologia della guerra

Lectio - Edizione 2025

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  • 29/03/2025, ore 19:00
  • Teatro Gobetti
  • Adriano Favole, Luca Misculin

La nozione di “pace†ha un carattere eminentemente moderno, se non addirittura contemporaneo. Nelle società antiche praticare la guerra, cioè prendersi con la forza un pezzo di terra o ridurre in schiavitù un gruppo di persone sconfitte sul campo di battaglia, faceva parte delle normali dinamiche di gestione dei conflitti e delle rispettive esigenze. Quando è nato, allora, il concetto di “pace†per come lo intendiamo oggi? Ci sono stati periodi della storia antica che in qualche modo hanno funzionato da precursori? Che cosa ci raccontano del nostro passato – fatto soprattutto di guerre – i più antichi trattati di pace di cui abbiamo notizia?

Come finiscono le guerre

Dialoghi - Edizione 2025

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  • 26/03/2025, ore 16:30
  • Teatro Carignano
  • Alessandro Barbero, Manuela Ceretta

Che cosa porta alla fine di una guerra: le vittorie sui campi di battaglia? La diplomazia (nelle ambasciate e nei salotti)? Le lotte pacifiste? O, più semplicemente, il caso? Siamo soliti osservare guerra e pace sotto lenti diverse: la guerra come destino ineluttabile; la pace, invece, come compito. Perfino il pensiero utopico non ha rinunciato alla guerra: e così società immaginarie, inventate a tavolino con un tratto di penna, vedono risorgere (contro ogni logica apparente) i conflitti armati.
Sembra insomma che, da secoli, riteniamo la guerra inevitabile: eppure ogni sua ricomparsa – l’ultima volta tre anni fa – ci lascia stupefatti, sotto shock. Come interpretare questo nostro insieme, in apparenza paradossale, di ingenuità e fatalismo? Uno storico militare risponde alle sollecitazioni di una storica dell’utopia, provando a delineare come sia cambiato, nel tempo, il nostro approccio alla guerra e alla pace.

Come può l’arte incrementare la democrazia? L’arte come strumento di pace preventiva

Dialoghi - Edizione 2025

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  • 27/03/2025, ore 14:30
  • Teatro Gobetti
  • Francesco Manacorda, Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto, candidato al Premio Nobel per la Pace per il suo impegno nel segno delle ‘paci’, della giustizia sociale e della responsabilità collettiva, dialoga con Francesco Manacorda Direttore del Castello di Rivoli. Le opere di Pistoletto, da sempre nella collezione del Museo, affrontano temi di grande attualità quali politica, educazione, scienza, sostenibilità. L’artista, attraverso il messaggio della pace preventiva, ha inteso la sua candidatura come «impegno per il lavoro futuro: l’arte infatti deve assumere una posizione propulsiva per un cambiamento radicale che porta un concetto di umanità condiviso e responsabile» (Michelangelo Pistoletto).

Convivere, la sfida più antica

Dialoghi - Edizione 2025

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  • 27/03/2025, ore 14:00
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Elisabetta Galeotti, Gabriele Segre

Ogni volta che entriamo in contatto con un estraneo – e a maggior ragione con una comunità – notiamo anzitutto le differenze: aspetto fisico, modo di porsi, cucina, idee. Il pregiudizio cognitivo (che fa parte dell’istinto di sopravvivenza) è un tratto tipico di noi sapiens. Ma abbiamo, da sempre, anche caratteristiche opposte: socialità, condivisione, apertura. Conoscere l’altro è una necessità e una risorsa. Ma può avvenire senza che nessuno dei due debba rinunciare ai caratteri che lo definiscono? Una sfida millenaria, resa ancora più urgente da un mondo al contempo bellicoso e iperconnesso: coniugare convivenza e identità.

Cosa mi dice la letteratura russa della guerra e della pace

Lectio - Edizione 2025

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  • 30/03/2025, ore 16:00
  • Teatro Gobetti
  • Paolo Nori

Da quando è cominciata la guerra in Ucraina, più di tre anni fa, ho sentito tanta gente che sapeva come stava andando la guerra, come sarebbe andata a finire, cosa doveva fare Putin, cosa doveva fare Zelenskij, cosa doveva fare l’Europa, cosa doveva fare la Nato, gente che capiva perfettamente il sottotesto delle dichiarazioni di Lavrov, di ArestoviÄ, di Putin, di Zelenskij, di Peskov, di AbramoviÄ, tutte cose che a me sfuggivano e sfuggono ancora; io, anche quando son stato in Russia, dal 2022 ad oggi, e ci sono stato 4 volte, mi è sembrato di essere in mezzo a questa guerra nello stesso modo in cui Pierre Bezuchov, in Guerra e pace, stava nel mezzo della battaglia di Borodino: senza capirci niente. Ho visto dei cavalli, dei cannoni, della gente che corre, ho visto il fumo delle esplosioni ma il disegno complessivo di quel che è successo, di quel che succede e di quel che succederà mi sembra mi sfugga completamente. L’unico posto dove mi sembra di trovarlo, questo senso, è la letteratura e, in questo discorso, provo a capire, e a raccontare, quello che mi dice la letteratura russa della guerra e della pace.

Economia della pace

Lectio - Edizione 2025

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  • 30/03/2025, ore 11:00
  • Polo del '900
  • Raul Caruso, Stefano Sacchi

L’economia della pace studia non solo le cause economiche dei conflitti armati, ma anche il peso improduttivo e distruttivo degli stessi sull’economia e la società unitamente alle politiche economiche volte a mitigarli e risolverli. Ci si concentrerà sugli ultimi due punti meno noti e dibattuti. In particolare, si discuterà dell’impatto della crescente militarizzazione seguita all’escalation della guerra tra Russia e Ucraina. In secondo luogo, si presenteranno alcune politiche economiche nazionali e internazionali volte a incrementare i livelli di pace e a diminuire violenza e conflitti armati.