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Società della trasparenza e poteri invisibili

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 16:00
  • Accademia delle Scienze

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Secondo Bobbio, una delle promesse della democrazia è debellare i poteri invisibili e diventare trasparente. È una promessa realistica? La rivoluzione digitale ha risvegliato questa speranza, ma ci ha messi di fronte a realtà di segno opposto. Informazione e disinformazione, complotti svelati e complotti inventati, nuovi strumenti per controllare il potere e sorveglianza sui nostri dati. Persino ciò che pare più nostro – le emozioni in libertà che scivolano sui social network – può renderci più vulnerabili di fronte ai poteri. Quanto e come una democrazia può essere trasparente?

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Sovranismo

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 10:30
  • Accademia delle Scienze

Relatori

In un mondo interconnesso e internazionalizzato, la sovranità si fa condivisa e quindi limitata. In questo quadro, rivendicare l’autoderminazione del popolo è diventato un esercizio sterile; bisogna piuttosto crearne le precondizioni: produttività, efficienza, legalità, competitività. In un Paese che tollera la penetrazione delle organizzazioni criminali nell’economia e nelle istituzioni, livelli di corruzione da società in via di sviluppo, vette d’inefficienza amministrativa, la sovranità che alla fine il lusingato popolo andrebbe a conquistare sarebbe la sovranità su un sepolcro vuoto.

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Distanza di sicurezza

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 18:00
  • Accademia delle Scienze

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Quando con i nostri atteggiamenti umiliamo l’altro, mortificandolo o avvilendolo, veniamo meno al dovere di rispettarci e neghiamo così il principio di eguaglianza morale degli esseri umani, che sta alla base della democrazia. Ma come esprimere rispetto: con un riguardo attivo verso l’identità degli altri, oppure mantenendo una distanza di sicurezza che eviti all’altro il dovere di esporsi? Vicinanza o distanza, empatia o opacità?

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Eutanasia. Crimine o diritto?

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 17:00
  • Accademia delle Scienze

Relatori

La Corte costituzionale ha stabilito che il Parlamento è tenuto a legiferare entro settembre per modificare le attuali norme sul fine-vita. Un arcivescovo e un filosofo ateo affrontano senza diplomazie la domanda “a chi appartiene la tua vita?â€. Esiste la libertà di morire facendosi aiutare, o è giusto vivere anche contro la propria volontà? Chi può decidere, per atti o per omissioni, che una vita diventata tortura debba proseguire o possa concludersi con una “dolce morteâ€? Qual è il confine fra eutanasia e omicidio?

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Lavoro. Dal Jobs Act al Decreto Dignità

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 11:00
  • Accademia delle Scienze

Relatori

Il mercato del lavoro negli ultimi anni ha subito continue riforme. Il Jobs Act è stato un necessario adeguamento alle esigenze di un’economia globalizzata o un’ulteriore compressione dei diritti sociali? Il Decreto Dignità restituisce garanzie ai lavoratori o è destinato a produrre nuova disoccupazione? Cosa suggeriscono le recenti ricerche e l’evidenza empirica? Il quadro normativo è in grado di far fronte alla precarietà e di contrastare gli abusi nelle nuove forme di lavoro on demand e della gig economy?

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L’economia circolare come leva di sviluppo

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 18:30
  • Circolo dei Lettori Sala Grande

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L’economia circolare è un’opportunità per riscrivere il nostro futuro, ovvero è un modello economico che ha l’obiettivo di preservare il valore delle risorse naturali nel tempo promuovendo il riuso, il riciclo e la rigenerazione, e soprattutto l’allungamento della vita dei prodotti, dei componenti e dei materiali, consentendo di minimizzare l’utilizzo di nuove materie prime e di fonti energiche nel ciclo produttivo. Per centinaia di anni si è ragionato in modo lineare, dalla culla alla tomba, cambiare l’approccio significa cambiare prospettiva e guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, riconoscendo in ogni bene o prodotto un’utilità che supera la finalità per cui è stato concepito. Vuol dire superare il modello take-make-dispose,ovvero i beni sono prodotti a partire dall’estrazione di materie prime, vengono trasformati, venduti, utilizzati (spesso non sfruttandone appieno le potenzialità) e infine eliminati come rifiuti. Tutto ciò mette a rischio la capacità rigenerativa del pianeta a causa di esternalità negative come l’inquinamento o la saturazione delle matrici ambientali o il consumo sconsiderato di alcune risorse.
Il problema del superamento della capacità rigenerativa è una questione non solo ecologica ma anche economica che chiama in causa dimensioni culturali, comportamentali e valoriali. Il cambio di paradigma produttivo si basa sulla riduzione progressiva dei rifiuti intervenendo sull’ecodesign (pensare prodotti che non producano rifiuti e scarti e che possano durare nel tempo utilizzandoli in modo diverso), sulla capacità trasformativa ovvero modularità, versatilità e capacità di intercettare gli input provenienti da filiere anche diverse da quella di appartenenza e su una visione sistemica ed olistica capace di generare osmosi di prodotti e di idee. Tale transizione si delinea come un’esigenza fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia globale, con l’obiettivo di disaccoppiare la crescita del reddito dal consumo progressivo di risorse. Ad oggi, si stima che 1,2 miliardi della parte di popolazione globale più povera sia responsabile di appena l’1% dei consumi globali e che, secondo le Nazioni Unite, si raggiungerà quota 8,5 miliardi di persone entro il 2030. Questo scenario paventa ulteriori pressioni alla capacità rigenerativa del pianeta, pertanto diventa fondamentale intervenire con una inversione di marcia.
Eni si pone in prima linea promuovendo iniziative che rispondano a pieno ai principi della circolarità. E’ la prima società Oil&Gas ad aver convertito una raffineria tradizionale in bio-raffineria a Venezia e a breve entrerà in esercizio quella di Gela. Sul piano operativo stiamo intensificando la produzione dei bio-carburanti, ricercando sempre nuove soluzioni per sostituire i carburanti derivanti da fonti fossili con quelli di origine vegetale o provenienti da scarti e rifiuti. Eni diesel+ contiene il 15% di componente rinnovabile prodotto nella bioraffineria e, oltre a migliorare l’efficienza del motore e ridurre le emissioni dei componenti che influiscono sulla qualità dell’aria, contribuisce ad abbattere le emissioni di CO2 e a favorire una mobilità più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle persone.
Grazie a un accordo firmato tra Eni e il Consorzio Conoe e successivamente con moltissimi consorziati con questo, si realizza un circuito virtuoso di economia circolare. L’olio vegetale esausto (banalmente l’olio di frittura) viene raccolto e conferito alla bioraffineria di Venezia per essere trasformato in biocarburante di alta qualità. Il progetto è stato esteso a diverse municipalizzate ed anche a tutti i dipendenti Eni che contribuisco alla raccolta degli olii prodotti nelle proprie cucine.
Eni sta contribuendo con servizi di car sharing per muoversi in città con più agilità e limitazione dei propri consumi grazie alla condivisione di beni e servizi attraverso il progetto Enjoy, con oltre 17 milioni di noleggi a Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna e Catania.
Il pensiero circolare è per Eni motore di cambiamento, capovolgendo il paradigma dei rifiuti che possono passare da “emergenza†a risorsa convertendoli in prodotti commercializzabili, come per esempio i rifiuti organici in olio combustibile per mezzi marini, i fanghi biologici e diverse tipologie di biomasse in bio-metano e le plastiche non riciclabili in idrogeno o metanolo.
Sono solo alcuni esempi per dimostrare le chance offerte da un approccio circolare che supera la visione del riciclo per trasformarsi in una economia, capace di reintegrare i flussi di materia e di rivalorizzare quelli tecnici, limitando l’uso delle risorse naturali e soprattutto di creare nuovo valore attraverso nuove opportunità occupazionali e benefici socio ambientali.

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