Populismi: evoluzione o emergenza democratica

Dibattiti - Edizione 2017

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  • 30/03/2017, ore 18:30
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Marco Tarchi, Massimiliano Malvicini, Valentina Pazé, Yves Mény

Nel corso degli ultimi anni, il populismo è stato spesso considerato un fenomeno patologico della democrazia rappresentativa. Ma il desiderio di partecipazione dei cittadini e il sentimento antipolitico sembrano due facce della stessa medaglia. Si tratta di un fenomeno complesso, su cui la filosofia e le scienze politiche possono ancora dire molto, indagando radici, contesti, conseguenze. Il populismo è il male della democrazia? O è un effetto interno alle dinamiche democratiche e può contribuire a rivitalizzarle?

Populismo e stato sociale nelle democrazia industrializzate

Lezione inaugurale - Edizione 2017

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  • 29/03/2017, ore 18:00
  • Teatro Regio
  • Tito Boeri

La superficiale ideologia del populismo vede negli immigrati una minaccia per lo stato sociale. In realtà, uno stato sociale ben strutturato può non solo reggere all’onda migratoria in atto, ma anche trarre grande giovamento dagli effetti dell’immigrazione sulla dinamica demografica, soprattutto nel Continente. Qual è il rapporto fra immigrazione e sostenibilità dei sistemi di protezione, in Europa e in Italia? Come affrontare le preoccupazioni dell’opinione pubblica? Quale il ruolo degli Stati e dell’Ue?

Possiamo fidarci dei giornalisti?

Dibattiti - Edizione 2017

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  • 02/04/2017, ore 11:00
  • Teatro Carignano
  • Anna Masera, Barbara D’Amico, Enrico Mentana, Mario Calabresi, Maurizio Molinari

Per raccontare e risolvere le emergenze globali occorre puntare su un giornalismo di qualità, baluardo fondamentale di ogni democrazia. (Ri)costruire e tutelare un’informazione al servizio dei cittadini richiede, oggi più che mai, un confronto diretto tra giornalisti e lettori.

Prevenire e gestire l’emergenza. Il ruolo della partecipazione

Dare voce - Edizione 2017

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  • 31/03/2017, ore 19:00
  • Scuola Holden
  • Edward Blakely, Federico Binaglia, Giovanni Allegretti, Lina Calandra

Negli ultimi cinquant’anni si sono susseguiti diversi modelli e tecniche di gestione dell’emergenza, alcuni più gerarchici, altri più democratici, alcuni volti a ricostruire l’edificato, altri pensati per riattivare le comunità territoriali. Quali risultano vincenti? Quanto è importante il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte e nelle pratiche necessarie a ripartire dopo una catastrofe? Come è possibile dare centralità alla prevenzione e alla pianificazione di una Protezione Civile partecipata per avere dei cittadini resilienti e preparati in caso di calamità?

Profughi ambientali

Dialoghi - Edizione 2017

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  • 31/03/2017, ore 16:00
  • Accademia delle Scienze
  • Marica Di Pierri, Valerio Calzolaio

Cambiamenti climatici e disastri ambientali sono ormai tra le cause principali per cui milioni di uomini e donne abbandonano il proprio Paese. Nelle agende politiche dei potenti della terra, però, il problema degli eco-profughi non compare quasi mai, nonostante le previsioni future indichino un massiccio aumento del fenomeno. D’altra parte, lo status di rifugiato ambientale, previsto dalle convenzioni internazionali, sembra non rientrare nelle politiche di gestione delle migrazioni, strette fra la categoria di “profughi di guerra†e quella di “migranti economiciâ€.

Qual è la città?

D'autore - Edizione 2017

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  • 30/03/2017, ore 18:30
  • Scuola Holden
  • Gianfranco Botto, Lea Mattarella, Roberta Bruno

È la città cartolina che viene presentata così bene al turista di passaggio o piuttosto quel grande agglomerato che è la periferia? Se si vuole riflettere sul futuro delle nostre città e sul loro cambiamento è necessario guardare proprio a quei luoghi di confine perché è lì che si annidano i germi del cambiamento, non solo urbanistico ma anche sociale, creativo e culturale. Sono luoghi in perenne trasformazione e proprio per questo maggiormente attrezzati per affrontare il futuro.