Libertà senza uguaglianza?

Dialoghi - Edizione 2023

Guarda il video

  • 23/03/2023, ore 17:30
  • Politecnico di Torino - Sala Emma Strada
  • Elena Granaglia, Francesco Quatraro

Una certa visione – ancora diffusa – dell’economia di mercato vede, da un lato, la libertà di agire e guadagnare; e dall’altro lato l’intervento pubblico, che quella libertà intende sopprimere sia con cavilli burocratici sia con una redistribuzione ingiustificata. Ne discutono due economisti, tornando alla domanda fondamentale della democrazia: come conciliare uguaglianza e libertà? Alla luce dell’aumento vertiginoso delle fortune dei super-ricchi, delle nuove disparità legate al cambiamento climatico e delle vecchie disuguaglianze di opportunità, quella dell’equità si profila come una sfida al cuore delle società democratiche.

Lockdown. La libertà alla prova della pandemia

Dialoghi - Edizione 2023

Guarda il video

  • 23/03/2023, ore 17:00
  • Teatro Gobetti
  • Giuseppe Sciara, Manuela Ceretta, Xavier Tabet

A tre anni dallo scoppio della pandemia e dal primo lockdown che hanno messo in dubbio molte delle nostre certezze, è giunto il momento di riflettere con maggiore distacco sui dilemmi che ci siamo trovati ad affrontare: quali sono stati i limiti e i punti di forza delle nostre democrazie nell’affrontare l’emergenza? È stato giusto limitare la libertà individuale per proteggere la vita? È corretto considerare il diritto alla salute la principale posta in gioco della politica contemporanea? Quanto successo ha cambiato il nostro modo di analizzare e interpretare i fenomeni politici?

Obbligo o verità. La questione (irrisolta) del libero arbitrio

Dialoghi - Edizione 2023

Guarda il video

  • 24/03/2023, ore 11:00
  • Teatro Carignano
  • Amedeo Balbi, Ilaria Gaspari, Lucilla G. Moliterno

Libertà e necessità – scriveva Hobbes – sono compatibili: ad esempio l’acqua è sia libera, sia obbligata a scorrere nell’alveo del fiume. Ma è davvero così semplice? Sin dall’antichità ritorna ossessivamente il dubbio se gli esseri umani siano, o non siano, liberi. E noi facciamo continuamente esperienza di due opposti: da un lato, i vincoli interni (oggi diremmo: neuronali) ed esterni (l’ambiente) che dettano le nostre scelte; dall’altro, la sensazione insopprimibile di essere noi, in modo attivo, a compiere quelle scelte. Una filosofa e un astrofisico riflettono sulla più antica delle domande.

Open innovation. Verso la libertà della conoscenza

Dialoghi - Edizione 2023

Guarda il video

  • 24/03/2023, ore 11:00
  • OGR - Officine Grandi Riparazioni
  • Cristina Prandi, Elisa Rosso, Ilan Misano, Marco Lavazza

Molte imprese, spesso di grandi dimensioni, hanno messo l’Open Innovation al centro delle proprie scelte strategiche. Uno schema ormai decisivo anche nei modelli di sviluppo economico. Ma di che cosa si tratta? Secondo tale paradigma, le imprese devono aprirsi a idee, strumenti e competenze provenienti dall’esterno: università, centri di ricerca, startup, consulenti, aziende non concorrenti. L’università assume così due nuovi ruoli: motore di una filiera che va dalla curiosity-driven alla market driven innovation, e ente di formazione degli innovatori del futuro.

Parolə, parolə, parolə

Dialoghi - Edizione 2023

Guarda il video

  • 24/03/2023, ore 17:00
  • Teatro Carignano
  • Luca Sofri, Vera Gheno, Walter Siti

Che cos’è la cancel culture? Anzitutto un paradosso: persone influenti che, dai media più prestigiosi, si scagliano contro altre (meno potenti di loro) sbraitando contro un grafema (ǝ) o un’attenzione inclusiva, difendendo una libertà di parola che, contestualmente, mettono in discussione. Ma è davvero tutto qui? Dalla complicità di un sistema mediatico sciatto, che rilancia per qualche click le notizie false più divisive, sino a un’arte e una cultura impegnate ma didascaliche e prive di sfumature, assumiamo identità sempre più polarizzate. Non staremo forse “cancellando” parti importanti di noi?

Piattaforme digitali. Trasformazioni del lavoro e crisi della politica

Lectio - Edizione 2023

Guarda il video

  • 24/03/2023, ore 10:00
  • Cavallerizza Reale
  • Stefano Sacchi, Uma Rani

Il lavoro tramite piattaforme digitali è in cima alle agende mondiali per lo sviluppo. In virtù delle sue potenzialità in termini occupazionali e di reddito. E per le grandi aspettative in termini di contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze e, nei paesi in via di sviluppo, strumento di fuoriuscita dal lavoro in nero. Nulla di tutto ciò, però, si realizzerà per magia. Garantire condizioni di lavoro dignitose, e fare delle piattaforme un vettore di sviluppo anziché di disuguaglianza, richiede l’intervento della politica. A livello nazionale e internazionale.