Gli invisibili

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 11:30
  • Auditorium Vivaldi
  • Sandro Mezzadra, Simona Forti

Le figure dello straniero e del migrante offrono elementi di riflessione e diagnosi sul significato contemporaneo della democrazia. La luce gettata dalla rappresentanza su una specifica configurazione del “popolo” lascia in ombra peculiari rapporti di dominazione e i soggetti che ne sono coinvolti. D’altra parte, l’insorgere nel campo del visibile di questi soggetti è all’origine di crisi e trasformazioni della rappresentanza stessa.

I fantasmi del potere in Shakespeare

Dixit - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 21:00
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Federico Palumeri, Nadia Fusini

Proprio di “fantasmi” si può e si deve parlare a proposito del potere in Shakespeare. A cominciare da Giulio Cesare, in cui il fantasma del potente eroe e tiranno conduce Bruto alla sconfitta. Il re santo Duncan, il re folle Lear, il regicida Macbeth, il re Iperione Hamlet, rispetto al satiro Claudio, il re criminale Riccardo III: queste e altre ancora sono le maschere che la figura del potente indossa nella messa in scena delle passioni offerta da Shakespeare nella prima modernità. Uno spettacolo che non finisce di turbare per la sua profondità e per la sua attualità.

Il futuro del diritto d’asilo

D'autore - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 15:30
  • Cavallerizza Reale
  • Carlotta Sami, Ferruccio Pastore

Il tema delle migrazioni non è mai stato così urgente, ma se ne parla in modo di- storto. Distorsioni geografiche: pensiamo di essere noi la meta di ogni migrazione, mentre l’85% dei rifugiati si dirige verso Paesi poveri. Distorsioni linguistiche: dobbiamo imparare a distinguere tra migranti forzati, rifugiati, profughi, richiedenti asilo. Ma, soprattutto, distorsioni giuridiche e del diritto umanitario. Si pone qui l’interrogativo più pressante: l’Europa può ancora essere un continente d’asilo?

Il manifesto degli attivisti (Ita)

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 15:30
  • Auditorium Grattacielo Intesa Sanpaolo
  • Jacques Moscianese, Rupert Younger

Cosa scriverebbero oggi Marx ed Engels, 171 anni dopo la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista, in un’epoca in cui gli effetti delle diseguaglianze sono ancora più visibili? Come alla metà dell’Ottocento, oggi le élite concentrano ricchezza e potere alle spese di masse senza voce. Piuttosto che tentare di riunire i più diversi movimenti sociali del XIX secolo, i due maggiori intellettuali del loro tempo si concentrerebbero, probabilmente, sui fenomeni di attivismo e sui movimenti che puntano a dare voce a chi non ce l’ha, come le primavere arabe o Occupy Wall Street.

Il manifesto degli attivisti (lingua originale)

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 15:30
  • Auditorium Grattacielo Intesa Sanpaolo
  • Jacques Moscianese, Rupert Younger

Cosa scriverebbero oggi Marx ed Engels, 171 anni dopo la pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista, in un’epoca in cui gli effetti delle diseguaglianze sono ancora più visibili? Come alla metà dell’Ottocento, oggi le élite concentrano ricchezza e potere alle spese di masse senza voce. Piuttosto che tentare di riunire i più diversi movimenti sociali del XIX secolo, i due maggiori intellettuali del loro tempo si concentrerebbero, probabilmente, sui fenomeni di attivismo e sui movimenti che puntano a dare voce a chi non ce l’ha, come le primavere arabe o Occupy Wall Street.

India invisibile. L’altra faccia del miracolo

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 27/03/2019, ore 11:00
  • Aula Magna Campus Universitario Luigi Einaudi
  • Alpa Shah, Gianmaria Ajani, Jens Lerche, Tommaso Bobbio

L’economia indiana è fra quelle in più rapida crescita, destinata a posizionarsi, entro la metà del secolo, subito dopo quella della Cina. Ma a quale prezzo? A godere del boom economico è solo una minoranza della popolazione: circa 800 milioni di persone, infatti, sopravvivono con meno di due dollari al giorno. L’incredibile ricchezza di cui usufruiscono in pochi deriva da una vera e propria violazione dei diritti delle comunità più svantaggiate, quelle degli Adivasi e dei Dalit, fonte di manodopera a bassissimo costo: sono loro l’altra faccia del miracolo economico indiano.