Io il popolo

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 18:30
  • Teatro Carignano
  • Marco Damilano, Nadia Urbinati

I capipopolo rincorrono quotidianamente il consenso. Si dichiarano interpreti autentici delle identità e dei bisogni di coloro che rappresentano, ma i loro discorsi finiscono fatalmente con l’elencare nemici. Il popolo populista ha bisogno di nemici: questo è un buon criterio per riconoscere “il modello Trump”. Ma da dove emerge il bisogno di un nemico e quello di un capo? E come si possono scongiurare queste minacce per la democrazia?

L’America di Trump e il ritorno della politica di potenza

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 18:30
  • Teatro Gobetti
  • Anna Caffarena, Francesco Costa, Roberto Zichittella

Da qualche tempo, il confronto muscolare tra grandi potenze allarma esperti e opinione pubblica. Sui media, gli osservatori della politica mondiale si cimentano in previsioni – di norma fosche – sugli esiti della contrapposizione sempre più netta tra Stati Uniti e Cina. Questo apparente “ritorno al futuro” non si deve al solo presidente americano, ma la sua retorica della “pace attraverso la forza” ha pesato molto. Nei suoi primi due anni di mandato alla Casa Bianca Trump ha usato la sua persona, il suo carattere e il suo personale modo di concepire il potere come strumento per raggiungere obiettivi politici che oggi sembrano mettere in crisi le relazioni internazionali.

L’architettura per l’inclusione sociale

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 11:00
  • Auditorium Vivaldi
  • Giancarlo Mazzanti, Subhash Mukerjee

L’attenzione per il valore civile dell’architettura. Il miglioramento della qualità dello spazio costruito come veicolo di uguaglianza sociale. A partire dai progetti di un grande architetto colombiano, una riflessione sul contributo che il design può portare alla creazione di nuove identità urbane, riducendo criminalità e povertà in aree marginali e nei cosiddetti slum, con particolare attenzione agli importanti cambiamenti che si stanno verificando in America Latina.

L’economia circolare come leva di sviluppo

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 18:30
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Francesco Quatraro, Giuseppe Ricci, Luca Ubaldeschi

L’economia circolare è un’opportunità per riscrivere il nostro futuro, ovvero è un modello economico che ha l’obiettivo di preservare il valore delle risorse naturali nel tempo promuovendo il riuso, il riciclo e la rigenerazione, e soprattutto l’allungamento della vita dei prodotti, dei componenti e dei materiali, consentendo di minimizzare l’utilizzo di nuove materie prime e di fonti energiche nel ciclo produttivo. Per centinaia di anni si è ragionato in modo lineare, dalla culla alla tomba, cambiare l’approccio significa cambiare prospettiva e guardare con occhi nuovi ciò che ci circonda, riconoscendo in ogni bene o prodotto un’utilità che supera la finalità per cui è stato concepito. Vuol dire superare il modello take-make-dispose,ovvero i beni sono prodotti a partire dall’estrazione di materie prime, vengono trasformati, venduti, utilizzati (spesso non sfruttandone appieno le potenzialità) e infine eliminati come rifiuti. Tutto ciò mette a rischio la capacità rigenerativa del pianeta a causa di esternalità negative come l’inquinamento o la saturazione delle matrici ambientali o il consumo sconsiderato di alcune risorse.
Il problema del superamento della capacità rigenerativa è una questione non solo ecologica ma anche economica che chiama in causa dimensioni culturali, comportamentali e valoriali. Il cambio di paradigma produttivo si basa sulla riduzione progressiva dei rifiuti intervenendo sull’ecodesign (pensare prodotti che non producano rifiuti e scarti e che possano durare nel tempo utilizzandoli in modo diverso), sulla capacità trasformativa ovvero modularità, versatilità e capacità di intercettare gli input provenienti da filiere anche diverse da quella di appartenenza e su una visione sistemica ed olistica capace di generare osmosi di prodotti e di idee. Tale transizione si delinea come un’esigenza fondamentale per garantire lo sviluppo sostenibile dell’economia globale, con l’obiettivo di disaccoppiare la crescita del reddito dal consumo progressivo di risorse. Ad oggi, si stima che 1,2 miliardi della parte di popolazione globale più povera sia responsabile di appena l’1% dei consumi globali e che, secondo le Nazioni Unite, si raggiungerà quota 8,5 miliardi di persone entro il 2030. Questo scenario paventa ulteriori pressioni alla capacità rigenerativa del pianeta, pertanto diventa fondamentale intervenire con una inversione di marcia.
Eni si pone in prima linea promuovendo iniziative che rispondano a pieno ai principi della circolarità. E’ la prima società Oil&Gas ad aver convertito una raffineria tradizionale in bio-raffineria a Venezia e a breve entrerà in esercizio quella di Gela. Sul piano operativo stiamo intensificando la produzione dei bio-carburanti, ricercando sempre nuove soluzioni per sostituire i carburanti derivanti da fonti fossili con quelli di origine vegetale o provenienti da scarti e rifiuti. Eni diesel+ contiene il 15% di componente rinnovabile prodotto nella bioraffineria e, oltre a migliorare l’efficienza del motore e ridurre le emissioni dei componenti che influiscono sulla qualità dell’aria, contribuisce ad abbattere le emissioni di CO2 e a favorire una mobilità più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle persone.
Grazie a un accordo firmato tra Eni e il Consorzio Conoe e successivamente con moltissimi consorziati con questo, si realizza un circuito virtuoso di economia circolare. L’olio vegetale esausto (banalmente l’olio di frittura) viene raccolto e conferito alla bioraffineria di Venezia per essere trasformato in biocarburante di alta qualità. Il progetto è stato esteso a diverse municipalizzate ed anche a tutti i dipendenti Eni che contribuisco alla raccolta degli olii prodotti nelle proprie cucine.
Eni sta contribuendo con servizi di car sharing per muoversi in cittĂ  con piĂą agilitĂ  e limitazione dei propri consumi grazie alla condivisione di beni e servizi attraverso il progetto Enjoy, con oltre 17 milioni di noleggi a Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna e Catania.
Il pensiero circolare è per Eni motore di cambiamento, capovolgendo il paradigma dei rifiuti che possono passare da “emergenza” a risorsa convertendoli in prodotti commercializzabili, come per esempio i rifiuti organici in olio combustibile per mezzi marini, i fanghi biologici e diverse tipologie di biomasse in bio-metano e le plastiche non riciclabili in idrogeno o metanolo.
Sono solo alcuni esempi per dimostrare le chance offerte da un approccio circolare che supera la visione del riciclo per trasformarsi in una economia, capace di reintegrare i flussi di materia e di rivalorizzare quelli tecnici, limitando l’uso delle risorse naturali e soprattutto di creare nuovo valore attraverso nuove opportunità occupazionali e benefici socio ambientali.

La casa comune europea e la filantropia a sostegno dei valori della democrazia

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 28/03/2019, ore 18:00
  • OGR - Officine Grandi Riparazioni
  • Elena Casolari, Massimo Lapucci, Paola Severino Melograni

1989-2019: trent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa è attraversata da spinte centrifughe e da un progressivo scollamento tra cittadini e istituzioni. In questo contesto, la filantropia può svolgere un ruolo di “collante sociale”, sia attraverso il sostegno ai principi fondamentali su cui si regge la “casa comune” – democrazia, uguaglianza, libertà, pluralismo – sia attraverso la forza di un settore che muove oltre 50 miliardi di euro l’anno per interventi a impatto collettivo e di pubblica utilità.

La rivoluzione digitale: una sfida etica

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 18:00
  • Auditorium Grattacielo Intesa Sanpaolo
  • Filippo Vecchio, Mario Rasetti

C’è una rivoluzione in corso, la rivoluzione digitale, che cambierà l’assetto delle relazioni umane e delle interazioni fra uomo e natura nei secoli a venire. Questo processo ci pone di fronte a vincoli etici del tutto inediti. Riusciremo ad affrontare questa sfida globale, che genera tanta paura e insicurezza? Ne abbiamo gli strumenti, primo fra tutti quella macchina ineguagliabile che è il nostro cervello. Dobbiamo procurarci però, e subito, gli ingredienti mancanti: il coraggio, la solidarietà, una visione condivisa di futuro, la capacità di convivere con la tecnologia in modo attivo e non succube.