L’anima delle cose

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 18:00
  • Teatro Carignano
  • Gustavo Zagrebelsky, Juan Carlos De Martin

La tecnologia non è qualcosa di ineluttabile. Non è un progredire costante che risponde unicamente a sue logiche interne e di fronte al quale la società, e a maggior ragione il singolo individuo, sono impotenti. La tecnologia è un prodotto umano: dietro alle evoluzioni tecnologiche ci sono persone – per citare Federico Caffè – con “nome, cognome e soprannomeâ€, e specifiche scelte economiche, giuridiche e politiche. Ma se ci sono delle scelte, allora si pongono questioni etiche e democratiche, a maggior ragione oggi che la tecnologia plasma le nostre attività e le nostre vite in forme ben più capillari che in passato.

L’anonimato nell’arte. Dal medioevo a Banksy

Discorsi della Biennale - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 16:00
  • OGR - Officine Grandi Riparazioni
  • Olga Gambari, Tomaso Montanari

Chi è Banksy? Chi è Elena Ferrante? Siamo disposti ad arrampicarci sulle più improbabili congetture pur di riuscire a dare un volto, una biografia, una foto senza trucco ai pochi artisti o scrittori che hanno scelto di negarsi al circo mediatico. Non tolleriamo che qualcuno si nasconda dietro uno pseudonimo. E basterebbe la scelta del verbo nascondersi per rivelare lo spirito vagamente inquisitoriale col quale guardiamo a chi vuole parlare solo con le proprie opere. Molti che non hanno mai visto un Banksy, né letto una riga della Ferrante si sono appassionati all’abilissima cronaca della caccia alla loro identità anagrafica: ma – chiediamoci – qual è la storia, quale il futuro dell’anonimato dell’arte?

L’assenza di Ulisse

Dixit - Edizione 2019

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  • 31/03/2019, ore 18:00
  • Circolo dei Lettori Sala Grande
  • Donato Pirovano, Piero Boitani

Sembrerà paradossale che si possa parlare di invisibilità riferendosi a Ulisse, da tremila anni uno dei personaggi più visibili, presenti e duraturi del mito e delle arti d’Occidente. Eppure, il tema dell’invisibilità è centrale nelle vicende dell’eroe, sia nell’Odissea sia nelle avventure che poeti, narratori, pittori, musicisti gli hanno attribuito nei trenta secoli della sua vita. Il mito di Ulisse è in continua tensione fra visibile e invisibile; l’Odissea è prima di tutto un poema dell’assenza. Di un re, di un marito, di un padre.

L’empatia fra scienza e società

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 30/03/2019, ore 15:30
  • Cavallerizza Reale
  • Cristina Meini, Piero Bianucci, Vittorio Gallese

Nel nostro cervello esistono particolari strutture, i cosiddetti neuroni specchio, in grado di capire in modo istantaneo i gesti e le emozioni di chi ci sta di fronte, senza passare per le funzioni superiori. Ciò significa che l’empatia, la nostra capacità di immedesimarci e solidarizzare con gli altri, è innata? Non è detto, perché sembra che esistano limiti appresi, di tipo culturale, ai processi di identificazione con l’altro, in grado di inibire l’attivazione dei neuroni specchio. Siamo dunque programmati per essere empatici solo con chi condivide con noi legami di sangue o di cultura? Quali pericoli e quali dilemmi morali emergono come conseguenza di questo dato biologico?

Miti e finzioni che tengono insieme

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 18:00
  • Cavallerizza Reale
  • Adriano Favole, Eva Cantarella, Francesco Remotti

In latino il verbo “fingere†ha il significato di plasmare, dare forma, costruire. Le finzioni che nascono da lenti processi culturali, siano esse miti, leggende, religioni o tradizioni, hanno effettivamente il compito di “tenere insiemeâ€, rappresentare un “noiâ€. Non eÌ€ cosiÌ€ per le finzioni para-scientifiche, con le quali ci si illude che non ci sia finzione. Si prenda ad esempio l’idea delle razze umane: anch’essa tiene insieme, ma al prezzo di violare il noi comune, generando conflitti da cui si puoÌ€ uscire solo reinventando nuovi miti fondativi.

Mostri

Dialoghi - Edizione 2019

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  • 29/03/2019, ore 11:30
  • Teatro Carignano
  • Adriano Zamperini, Alessandro Dal Lago, Simona Forti

Chi eÌ€ il mostro? La risposta va cercata all’incrocio tra la dimensione soggettiva e quella sociale. L’essere umano, come il dottor Jekyll, puoÌ€ rivelarsi malvagio e crudele, rendendo visibile la sua parte piuÌ€ nascosta e, appunto, mostruosa. EÌ€ difficile peroÌ€ dissociare il mostro dalle pulsioni collettive, percheÌ quasi sempre eÌ€ l’esorcismo di cioÌ€ che ci spaventa, in quanto esseri sociali. Se l’immaginario del passato eÌ€ popolato da creature mitologiche – centauri, idre, draghi – quello odierno eÌ€ popolato da nuove “stregheâ€: lo straniero, l’invasore, il diverso. Mostruoso eÌ€, allora, l’etichetta disumanizzante di cioÌ€ che eÌ€ sconosciuto?